nicola laforgia dopo
Indignarsi, di domenica, d’estate.
Essere stato per 5 anni assessore alla cultura non mi permette di tacere dopo aver letto l’intervista del sindaco uscente (finalmente!) sulla Gazzetta di oggi. Leggere che avere un assessore alla cultura equivalga al minculpop è una di quelle stupidaggini colossali che dimostrano l’assoluta incapacità di comprendere il ruolo fondamentale di ‘coltivare’ un territorio che ha bisogno di crescere. Dire che non ci sono soldi per la cultura e’ falso, oltre che sbagliato, ma, purtroppo, esprime perfettamente il pensiero di chi crede che l’arte, il bello, le emozioni siano appannaggio solo di chi puo’ permetterselo, negando il ruolo pubblico, fondamentale, necessario e imprescindibile, per le attività e il patrimonio culturale. E’ la prova provata di un’idea profondamente razzista e classista che svela, se mai ce ne fosse bisogno, la vera appartenenza ideologica, aldilà delle chiacchiere. Dire che saranno le commissioni a decidere quali siano i progetti meritevoli, significa attribuire piccole elemosine a ciascun gruppuscolo partitico, per acquisire consenso e sperando di incassare poi gratitudine elettorale. Io forse ho sbagliato a dedicare cinque anni della mia vita a far vivere le periferie, a dare occasioni a tutti quelli che avevano talento, a cercare di costruire un ruolo per questa città nel panorama nazionale, tra ospiti del premio letterario, ormai scomparso, a quelli del cinema, con l’unica mostra d’arte, di rilievo internazionale e 60.000 visitatori, che Bari ha ospitato negli ultimi decenni. A metterci la mia faccia e le mie scelte, mai frutto di calcoli elettorali, ma solo delle mie idee e del mandato ricevuto in base a un programma condiviso e, dal 2009, tradito. In politica si deve scegliere, governare per il proprio mandato e’ cosa diversa da una perenne campagna elettorale. Io ho evidentemente sbagliato perché tutto è stato dimenticato in fretta, perché il lavoro fatto è stato spazzato via con protervia, lasciando Bari più povera, culturalmente, e non solo, rispetto a dieci anni fa. E, infine, ho sbagliato perché ho creduto in una sinistra capace di rivendicare un ruolo non subalterno, proprio su temi, come la cultura, storicamente identitari.
Infine, forse, ho anche sbagliato a sfogarmi qui, su Fb. Ma non riesco ancora a far finta che nulla sia accaduto.