Bruno Ballardini: Quella volta che feci incazzare Bossi
Bruno Ballardini (*)
Quella volta che feci incazzare Bossi.
Oggi, in fondo all’armadio, ho trovato alcune vecchie campagne pubblicitarie firmate dalla gloriosa sigla Nautilus, la prima agenzia virtuale italiana di pubblicità interamente dedicata al sociale, da me fondata nei primi anni ’90.
Quello che cercavamo di fare era tentare di uscire dal pietismo e dalla lacrimuccia tipici della pubblicità sociale italiana, irrimediabilmente buonista. In poco tempo, diventammo un “cult” ed erano i clienti a cercare noi, non il contrario.
Un giorno si fece viva anche la Lega Anti Vivisezione. Noi eravamo un po’ restii a lavorare per loro, visto il nostro taglio piuttosto diretto e aggressivo. Tra l’altro, le campagne LAV erano tutte uguali: chiedevano soldi per difendere i “poveri animaletti” dagli esperimenti o dai maltrattamenti.
Una causa sicuramente importante ma per noi non tanto importante quanto altre emergenze in cui il Paese si trovava in quel momento. Era il 1994 e la crisi economica stava già facendosi sentire, poi c’era l’ascesa di Berlusconi, e insomma «chiccazzo se ne fotte degli animaletti» gli dicemmo.
«Sappiamo che queste vostre campagne annuali servono per ottenere iscrizioni e finanziamenti ma provate a spiegare una buona volta per quale motivo la gente dovrebbe darvi dei soldi. Fino adesso non si è mai capito qual è la vostra filosofia, date tutto per scontato. Sarebbe ora di fare una campagna istituzionale».
Loro ci ascoltarono e ci diedero ragione. Il primo dei tre soggetti, parlava di “antropocentrismo”, spiegando in tre righe qual è l’origine dei nostri guai: l’uomo si crede una creatura privilegiata al centro dell’universo e invece è una bestia.
Il bodycopy recitava: «Ce l’abbiamo duro noi. Il comprendonio. Eccoci lì sul nostro piedistallo, al centro dell’universo. Solo noi abbiamo un’anima. Tutto il resto può anche andare a farsi friggere, dai microbatteri alle balene. Siamo gli unici animali a non credere nemmeno di essere degli animali. Vi sembreranno delle bestialità, eppure è per questo che esiste la Lega.Antivivisezione, naturalmente. Perché voi cosa avevate capito?».
Bossi si incazzò a morte e minacciò querele (che non fece). Ma questa sua incazzatura fu per me il premio più grande, a parte finire sull’annual ADCI del 1995. Devo dire che io e l’art director Edith Casadei ci siamo divertiti.
(*) Bruno Ballardini: è nato a Venezia nel 1954. Si è laureato in Filosofia del Linguaggio con Tullio De Mauro e ha studiato composizione e musica elettronica sotto la guida di Franco Evangelisti. Ha militato nelle grandi multinazionali della pubblicità e oggi è uno dei più apprezzati consulenti di marketing e comunicazione strategica. Alla professione affianca la ricerca e l’attività di saggista. È stato docente di Tecniche della comunicazione pubblicitaria all’Università di Salerno e di Roma. Attualmente insegna Scrittura Giornalistica presso la Facoltà di Scienze Umanistiche dell’Università di Roma.