Emiliano insiste per l’appoggio a Di Maio. Fi: “Spera di fare il ministro …”
Di Giuseppe Palella:
Il presidente della Regione Puglia e leader della corrente “Fronte democratico”, Michele Emiliano, vuole il suo partito, il Pd, riveda la posizione politica finora assunta di precostituita opposizione ed intervenga invece a sostegno di un governo dei “5 Stelle” con Di Maio premier. Infatti, il governatore pugliese, commentando l’ipotesi di un eventuale ritorno alle urne nel caso in cui nelle prossime settimane non si riuscisse a formare una maggioranza parlamentare che esprima un Governo per la guida dell’Italia, ha affermato: “Potrebbe essere che il Pd decida di mandare il Paese in stallo, tornare al voto, e liquidare se stesso e trasformarsi in un’altra cosa, facendo fuori tutto quel poco che rimane di vivacità politica dentro il partito. Anche questo è un disegno folle dal mio punto di vista e va assolutamente fermato. Adesso bisogna che Martina incontri Di Maio, stabiliscano i punti di governo e facciano il governo. E’ molto semplice. Lo devono fare, non c’è nessuna alternativa”.Ma il presidente della Puglia non si è limitato ad invitare il segretario reggente del Pd, Maurizio Martina, ad incontrare il leader del M5S per un’intesa di governo, perché ha pure esplicitato le sue valutazioni politiche sulla linea suggerita al reggente del Pd, affermando che “Martina deve sapere che ci sono moltissimi militanti del Pd che valuteranno il futuro sulla base di questa capacità che il Pd avrà o non avrà nel costruire il nuovo governo. E quindi ognuno si regolerà”. Emiliano, inoltre, ha rilevato: “Perderemo qualche fanatico che pensa che noi dobbiamo stare all’opposizione per forza, e forse guadagneremo quelli che hanno votato per il M5S o il centrodestra per dare un segnale al Pd, con l’intenzione di tornare da noi quando torneremo a essere un grande partito riformista europeo”. “Mi auguro – ha proseguito Emiliano – che questo avvenga il più in fretta possibile. Altrimenti tutto è possibile”, perché – ha dichiarato il leader di Fronte dem. – “Non sta scritto da nessuna parte che dobbiamo rimanere per forza tutti allineati e coperti dentro un partito che mandi in stallo l’Italia”. Quindi, come dire che il Pd potrebbe dividersi ulteriormente, provocando una nuova scissione. E questa volta, evidentemente, tra coloro che non voglio tornare al voto, dando l’appoggio a Di Maio, e quelli che invece intendono restare fuori da qualsiasi coinvolgimento di governo, facendo opposizione ed eventualmente tornare alle urne, qualora non si formasse una maggioranza politica che governi il Paese senza l’appoggio del Pd. Però, ha poi avvertito Emiliano: “ La mia impressione è che ormai ci sia una consapevolezza molto diffusa nel Pd sul fatto che per dare un governo all’Italia, occorre fare questo governo tra M5s e Partito democratico”. Una consapevolezza diffusa che – per il governatore pugliese – è ancora sotterranea nel suo partito. “Nel senso che – ha precisato ancora Emiliano – solo Orlando, Franceschini e ovviamente io stiamo parlando più chiaramente di questo passaggio”, in quanto – secondo lui – “ nessuno ha ancora il coraggio di spiegare a tutto il partito che con la nuova legge elettorale non si può stare all’opposizione in modo pregiudiziale perché non esiste strutturalmente la possibilità”, sottolineando che “la legge è proporzionale” e quindi “il Presidente (ndr – della Repubblica) dà l’incarico, e le forze politiche hanno il dovere di formare un governo. Punto e basta”. Per cui Emiliano ritiene che “non si può mandare il paese in stallo, né ritirarsi sull’Aventino. Nè pretendere che delle forze politiche assolutamente disomogenee come il centrodestra e il M5S facciano per forza un governo”. “Quindi – ha rilevato inoltre Emiliano – prima il Pd prende atto che il principio di lealtà costituzionale prevede che il nostro partito partecipi alla possibilità di formare un governo senza avere pregiudizialmente l’idea della opposizione, meglio è. Perché altrimenti si rischia di tradire lo spirito della Costituzione e della legge elettorale”. E “questa cosa – ha proseguito Emiliano – ha a che fare con la cultura delle istituzioni, che evidentemente il renzismo ha opacizzato. Adesso bisogna tornare a essere un partito nel quale la Costituzione non si spera di cambiarla, ma la si applica per quella che è in questo momento”. “E credo che il Pd – ha concluso il governatore della Puglia – abbia le risorse storiche, culturali e di progetto futuro per tornare a essere un partito della Costituzione vigente”. Del tutto personale, e quindi interessata, appare al deputato barese di Forza Italia, Francesco Paolo Sisto, l’infatuazione di Emiliano per il M5S. Infatti, nel commentare l’invito di Emiliano al Pd a sostenere un governo pentastellato, estromettendo la coalizione politica che ha preso più voti alle elezioni, Sisto ha dichiarato: “Pensare di estromettere dal governo la coalizione che ha vinto le elezioni, ossia il centrodestra, significa calpestare la volontà degli italiani e anteporre le proprie ambizioni al voto espresso dagli elettori e ai loro interessi”. Cosa, questa, che – secondo Sisto – “Emiliano sta facendo da tempo in Puglia, infischiandosene della Regione e dei pugliesi”. Sulla stessa lunghezza d’onda di Sisto anche le dichiarazione di un altro esponente forzista pugliese, Elvira Savino, che ha dichiarato: “Sono mesi che Emiliano si occupa di tutto tranne che della nostra Regione”. Infatti, per la deputata forzista, “Emiliano propone una alleanza Pd-M5S è il centrodestra che ha vinto le elezioni e a cui spetta quindi l’onere e l’onore di provare a formare un governo”. Savino ritiene che “le esternazioni di Emiliano sono tutte incentrate sui problemi interni ai democratici, mentre i pugliesi vorrebbero un governatore che si occupasse delle questioni che riguardano loro e la loro Regione”. Ma forse – ha concluso Savino – “la verità è che Emiliano si è stufato della Puglia e vorrebbe fare altro”. Ovvero il ministro in un eventuale governo M5s –Pd. Peccato però che la corrente interna al Pd di cui Emiliano è il leader, ossia “Fronte democratico”, all’interno dei gruppi parlamentari del Pd, usciti dal voto del 4 marzo scorso, annovera un numero di deputati e senatori che complessivamente si contano sulle dita di una sola mano. E, quindi, inutile illudersi da parte di coloro che pur di veder liberare il posto di governatore della Puglia forse sperano in un improbabile “salto” di Emiliano a ministro, in un pur possibile governo M5s-Pd.