Gentiloni all’Università di Bari per “Promuovere” la sua Fatica Letteraria!.
Di Fabrizio Labarile:
IL LIBRO DI PAOLO GENTILONI
Il giorno 21 Novembre ’18, accogliendo l’invito dell’agenzia giornalistica Corsivo 2.0, sono intervenuto alla presentazione del libro di Paolo Gentiloni “ La sfida Impopolare” svoltasi a Bari presso il dipartimento di Scienze della Formazione nella sala Don Tonino Bello. Hanno coadiuvato con l’autore il direttore della Gazzetta del Mezzogiorno Giuseppe Detomaso e il Prof. Giuseppe Moro ,direttore delle Scienze Politiche dell’Ateneo barese. Ha fatto da padrone di casa il Magnifico Rettore Prof. Antonio Auricchio che ,dopo aver dato il benvenuto al pubblico, ha elogiato l’opera e si è complimento con Gentiloni. Ho constatato l’apprezzamento e la condivisione ( quasi con venerazione) del Direttore del quotidiano pugliese verso l’autore che descrive la propria esperienza durante il Governo guidato da lui nell’ultimo anno, e il forte biasimo contro le forze politiche populiste. Egli ha evidenziato una forte critica non soltanto contro l’attuale Governo, ma anche contro i membri che lo compongono; toccando il culmine della censura quando ha ironicamente accennato al reddito di cittadinanza. Il Prof. Giuseppe Moro ha sciorinato il proprio intervento prima su argomenti generici di politica , e poi ha elogiato l’opera di Gentiloni ,forse, più per i presunti meriti delle sue funzioni Istituzionali prima come Ministro degli Esteri, e poi come Presidente del Consiglio, che per il contenuto del libro. Finalmente ha parlato l’autore che ha descritto la sua opera frutto della propria esperienza governativa con molte luci e qualche ombra. La critica sull’attuale Governo composto da due forze populiste è apparsa abbastanza severa, perché il suo programma concreto potrà essere realizzato soltanto dopo l’approvazione della legge di Economia e finanza. Gentiloni ha asserito con molta obiettività che il populismo è una realtà ,oramai presente in molti Stati dell’Europa, ma non si è pronunciato abbastanza chiaramente sui motivi di questa rivoluzione culturale. L’autore ha completato la sua logorrea sull’opera ammettendo che la politica del PD ha commesso diversi errori, per altro certificati dal risultato delle elezioni politiche del 4 Marzo scorso. La presentazione di un libro, che all’autore costa impegno,ricerca e lavoro intenso, dovrebbe sfociare in un momento culturale aperto al pubblico. Questa occasione l’hanno mancata ; non tanto l’autore , che essendo esordiente non poteva saperlo , ma i suoi coadiuvanti. Mi dispiace molto non aver assistito ad un confronto, perché è il frutto culturale,anche molto alato, che un libro può e deve offrire ai lettori e alla gente in generale. Ho osservato nel libro una parola citata molte volte “SINISTRA” e, purtroppo, notando la politica del PD degli ultimi anni di Governo la concretezza di questo termine non è stata applicata, perché sono state trascurate le esigenze dei poveri, a vantaggio delle banche ,della finanza e delle lobby. I governi a guida PD; prima Renzi, e poi Gentiloni hanno favorito , sia pure con la complicità di certi Sindacati, la delocalizzazione selvaggia delle nostre produzioni nei Paesi con il costo basso dei salari senza,nel frattempo,dedicarsi a creare nuovi posti di lavoro investendo, e attirando investimenti per la ricerca e l’innovazione. Per percorrere una tale strada non dovevano inventarsi nulla; semplicemente imitare gli esempi dei Paesi virtuosi del Nord Europa, dove la delocalizzazione è iniziata dieci anni prima che in Italia,ed essi hanno investito nelle brache moderne ottenendo la piena occupazione . L’atteggiamento conservativo e ingessato degli ultimi Governi ha costretto tanti nostri cervelli ad emigrare contribuendo ad arricchire ulteriormente l’economia delle Nazioni adottive. Condividendo la parte, forse, più significativa del libro dove l’autore riconosce gli errori del PD, auspico che questa forza politica, partendo da un esame profondo degli sbagli; mettendo da parte la corposa protervia di alcuni dirigenti, abbandoni lo stato ipnoide attuale e si dedichi al suo ruolo naturale di forza politica di “VERA SINISTRA”. Oggi più che mai, non soltanto l’Italia, ma la democrazia ha bisogno di un Partito Democratico che guardi alle persone meno abiette e al ceto medio, e si batta per la giustizia e le disuguaglianze.