Intimidazione mafiosa contro l’Anarchico Gino Ancona
Ammontano a più di 10mila euro i danneggiamenti subiti da Gino Ancona, anarchico bitontino e da sempre simbolo di protesta contro gli scempi del patrimonio culturale e ambientale, a causa dell’incendio del suo uliveto subito nei giorni scorsi.
Ad andare in fumo una decina di alberi, alcuni dei quali anche secolari, del suo fondo, in contrada Lama di Viddi, nei pressi dell’intersezione fra via vecchia Molfetta e la poligonale di Bitonto. Il gesto dovrebbe risalire ad alcuni giorni fa, quasi certamente il 13 giugno scorso, ed è certamente di natura dolosa. Le piante sono infatti state date alle fiamme una per una e sul terreno non ci sono tracce della propagazione del fuoco attraverso l’erba che è rimasta intatta.
«Si tratta di un evidente gesto intimidatorio – è certo Gino Ancona – visto che sono in ottimi rapporti con tutti gli altri proprietari dei terreni confinanti. Un attacco arrivato a una settimana esatta dal mio intervento a Bitonto durante una manifestazione pubblica a Palazzo Gentile sulla xylella in cui ho duramente attaccato le tesi esposte da alcuni dei relatori, che si esprimevano su temi in realtà ancora sotto la lente della magistratura».
«Il mio intervento fu interrotto più volte – si legge nel testo della denuncia presentata dalla vittima ai Carabinieri di Bitonto – da chi probabilmente ha più interesse nella fantomatica emergenza che nel cercare soluzioni».
Sul luogo dell’incendio è giunta anche una pattuglia dei militari della stazione di Bitonto che hanno effettuato i rilievi del caso, anche se risalire ai responsabili sarà impresa ardua.
«Gente che non si fa scrupolo nemmeno di aggredire le ricchezze di questo sito archeologico (nel fondo ci sono i resti di quello che sembra un vecchio complesso monastico trecentesco, n.d.r.) – commenta Ancona – rende bene l’idea di quali tipi di personaggi siano coinvolti in queste faccende».
L’anarchico ha poi duramente stigmatizzato l’utilizzo dei ragazzi del liceo «per sponsorizzare, con la complicità delle organizzazioni di categoria, apertamente in altre manifestazioni l’utilizzo del glifosato, uno dei più dannosi veleni mai usati in campo agricolo. D’altronde è ormai risaputo che, solo a Bitonto, il 65% delle coltivazioni sono dichiarate “biologiche” per una questione di fondi pubblici ma usano le peggiori schifezze», conclude Ancona.