MASSAGGIO SHIATSU AL WAI THAY
Si chiama Wai Thai, è un centro di massaggi tailandesi nell’albergo delle vacanze di Portorose in Slovenia. La memoria va ad un film soft core, di oltre 30 anni fa, in cui la piccola asiatica massaggiava con il corpo l’omaccione americano. Sono abituato a pensare alle massaggiatrici come prostitute: gli annunci e la cronaca sui giornali anche della mia città, lo confermano. Ma la mia compagna, l’intera famiglia della mia compagna, fanno largo uso di massaggi e ne traggono benefici, così lei mi incita ad approfittarne, oltretutto si tratta di “un massaggio tailandese”!
Incuriosito, accetto e prenoto.
All’ora fissata di un venerdì, dopo una lunga doccia, sono lì. L’architettura orientale, le luci tanto soffuse da sembrare inesistenti, l’odore patchouly inebriante, gli oggetti visti in un negozio di arredo asiatico di Bari, la musica new-age, mi spediscono direttamente in Tailandia. Non ho bisogno di annunciarmi alla reception del centro (due splendide segretarie occidentali!), sembra mi stessero aspettando.
Mi siedo e aspetto, emozionato ed eccitato.
Arriva una specie di Bruce Willis, 30 kl. in più e 15 cm. in meno, rasato in testa come si usa, addosso ha solo un pareo (forse è così che si viene qui?), ha prenotato un pedicure. Immediatamente appare una tipa bionda, molto carina, non è asiatica…è per Bruce! Insieme se ne vanno, salgono una rampa di scale e scompaiono.
Qualche minuto dopo ecco un’asiatica, piccolina, sono tutte uguali, nella penombra di queste luci soffuse sembra bruttina e neanche tanto giovane, ha una divisa, pantaloni e giacca color caki. Una delle belle receptioniste fa il mio nome, è per me purtroppo! Con le mani giunte la tailandese si inchina e mi fa cenno di seguirla. Mi avventuro nel labirinto del centro. Rassegnato, penso che sarebbe stato meglio prenotare un pedicure – vista la bionda di Bruce – e non un massaggio completo di un’ora con questa povera immigrata, senza neanche poter fumare! Sono sicuro che non resisterò oltre 10 minuti, non mi importa dei soldi, penso alla mia sigaretta.
Entriamo in una stanza a due livelli, in quello più alto c’è un letto molto basso, “un tatami” saprò dopo, in quello più basso, a sinistra c’è un mobile, da cui la tailandese estrae un’accappatoio ed una cuffia, a destra un vano doccia, vuole che mi faccia la doccia. E’ inutile spiegarle di averla già fatta, molto determinata quasi mi spinge ad entrare. Le chiedo almeno di voltarsi, mentre mi spoglio. In inglese mi dice di chiamarla quando avrò finito, esce.
La chiamo, la vedo meglio e mi accorgo che non è poi così male, anzi! E’ giovane, neanche 20 anni, bei lineamenti, un caschetto di capelli neri alla “Louise Brook”, o alla “Valentina”di Crepax.
Sempre dal mobile alla sinistra estrae una busta di plastica con dentro un indumento, è una mutandina, anzi un tanga, un filo interdentale per il dietro e un triangolino, neanche a mo’ di raccoglitore con elastico, per il davanti! Non è possibile! Oltretutto in preda ad una strana eccitazione, quella pezzolina triangolare non potrà mai contenere quello che, in un crescendo wagneriano, va già ingrossandosi insolente!
Mi vergogno e lo dimostro paonazzo!
Lei mi fa cenno di accelerare, così mi giro e sotto l’accappatoio indosso quella foglia di fico. Mi toglie l’accappatoio e mi fa stendere, fortunatamente, a pancia in giù.
Mi sale addosso sui fianchi, a cavalcioni in senso contrario al mio e comincia la danza del massaggio, dai piedi. Ad uno a uno stringe ed accarezza ogni dito, viviseziona la pianta del piede e poi il tallone, sale sulla gamba lentamente, poi è la volta dell’incavo del ginocchio. Sale ancora sulla coscia e scende a ripetere l’operazione sull’altra gamba. Dopo interminabili minuti arriva anche su quella alla coscia.
Finalmente arriva sulle chiappe. Insiste con il taglio della mano sul filo interdentale che le divide, con l’altra mano sul lato della chiappa, stringe ed accarezza, stringe come volesse spremerne il contenuto ed accarezza. E’ esattamente quello che avrei voluto farle io, a parti rovesciate! Rido con la faccia in giù sul letto, il godimento è massimo!
Quando lo racconterò non mi crederanno. Ad un tratto penso a quello che succederà, quando mi chiederà di girarmi, per massaggiarmi il davanti del bronzo di Riace.
Intanto gira il suo cavalcioni sotto le mie chiappe per passare alla schiena, e qui viene il bello! Mi fa stendere le mani in croce, le accarezza e le stringe intersecando le sue. Si stende su di me, le sue piccole gambe sulle mie, praticamente mi sta sodomizzando! E’ il famoso massaggio con il corpo! Sento il suo seno sulla schiena, si struscia, lavora di spalle, è energica la ragazza. Penso sempre a quando mi girerò! Mi lascia le mani, lavora sul collo, sulla testa, sui capelli, spero non me li strappi, già ne ho pochi!
Penso alla situazione che sto vivendo: in una stanza profumata, sottofondo musicale, chiuso in intimità con una ragazzina orientale stesa su di me, non mi frega niente di quello che sta succedendo fuori, delle sigarette (questo sarebbe l’unico sistema che accetterei per smettere), della mia compagna che per rendermi la pariglia farà anche lei il massaggio di un’ora con un ragazzino tailandese, vorrei non finisse mai!
Arriva il momento di girarmi. Si alza, mi sorride e mi fa cenno. Lentamente mi giro e avverto tutto il ridicolo della pezzolina di tanga. Fortunatamente non guarda, almeno così sembra, perché parte subito all’attacco dei piedi. Non è a cavalcioni, è in ginocchio per terra. Lentamente comincia la salita, la gamba, il ginocchio, le cosce…adesso non può far finta di non vedere. Infatti quando arriva al centro del vulcano, del braciere, insomma del fuoco che si materializza e si manifesta con “l’alzapezzolina”, quando, pur non toccando, lo sfiora con le nocche della mano per massaggiarmi i lati, mi guarda e mi sorride.
A questo punto un altro avrebbe fatto qualcosa, uno slancio passionale, magari con promessa di aumento della parcella, io no! Pur essendo in ginocchio fra le mie gambe, vederla raccogliere le mie mani, unirle e accarezzarle e poi infilare le sue dita nelle mie e rotearle, era come distruggere l’incantesimo che si era creato fra noi due.
Pensavo : io questa me la sposo, o quantomeno me la porto in Italia, a casa mia. Non deve far nulla, cucinare, pulire, fare la spesa. Deve solo, ogni sera, al mio rientro fare questo massaggio. Staremo sempre in casa, non usciremo mai! Sì, una geisha che ha come unica missione far star bene il suo uomo, alla faccia di ogni femminismo!
La mia compagna mi ha chiesto come mi è sembrato il primo massaggio della mia vita:
Indimenticabile, le ho detto!
Ma ti sei eccitato?
Ebbene sì.
Sei un porco! Solo tu ti ecciti ad un massaggio.
Quando le ho detto che sarà il ricordo più importante dell’estate 2003! Mi ha lasciato. Non ci siamo visti per un mese. Non capisce.