NEL REGNO DEL BOSS DI BARI
NEL REGNO DEL BOSS DI BARI
QUANDO INCONTRAI SAVINUCCIO…
Era il 15 agosto del 91′,da poco arrivato a dirigere Telebari volevo raccontare come non tutti potevano permettersi vacanze al mare, specie in certi quartieri come a Japigia in fondo a v. Caldarola. Così con il buon tecnico Acquaviva ci recammo in quella che – non lo sapevo – era il fortilizio di Savinuccio, boss del quartiere e della città. Io guidavo e Acquaviva riprendeva con la telecamera dalla macchina. Al centro di quel fortilizio feci scendere Acquaviva per una panoramica dell’interno del caseggiato con molti che si affacciavano. Tornato in macchina, feci il giro esterno, quando ad un tratto un’auto si affianca, mi supera e mi taglia la strada:
– ”Ce state a fà?”
– spavaldo esco dall’auto e gli dico:” stame a fà riprese x telebari x dimostrare che in certi quartieri emarginati vivono persone che non si possono permettere neanche di andare al mare e il sole lo prendono affacciandosi al balcone” e lui:
– “aspetta ca ngiu disce a mio fratello, ca mò vene”. (aspetta così lo dici a mio fratello, che sta venendo)
Alla mia sinistra vedo arrivare una decina di vespini ‘50, ognuno con 2 persone a bordo (illegale!) con uomini, come dice Paolo Conte, grandi come alberi. Sembravano gli elicotteri di “Apocalipse Now” nel film di Francis Ford Coppola , in Vietnam…arrivavano lentamente ma sicuramente! Dal vespino di testa, giunto alla mia altezza, sempre in corsa, scende il capo squadra (era Savinuccio!) mentre il passeggero che gli stava dietro prende la guida. Scende un uomo montagna, capelli ricci neri, occhi verdi che mi fa la stessa domanda: “CE STE A FASCE?” (CHE STAI FACENDO?) ed io:
– “come spiegavo a suo fratello, stiamo facendo delle riprese video x dimostrare come a ferragosto c’è gente che non si può permettere di andare al mare in vacanza e sono costretti a stare in casa al caldo”.
Mentre parlavo l’ex passeggero ferma il vespino, apre lo sportello dell’auto dov’era Acquaviva, verde come un marziano, e con perizia tira fuori la cassetta video e la sfila tutta. Io lo guardo, .. e gli faccio un applauso e dico:
– ”Bravo, sei un chiavico! (uno dritto!) prendi anche la macchina fotografica, il telefonino, fai vedere quante cose sai fare!”.
A quel punto uno sguardo di Savinuccio al compare, che gli offre una mazzetta di 100.000£, ne sfila una e me la mette nel taschino della camicia dicendo:
– “E DI’ O DIRETTORE TU DI NON MANNARTE KIU’ DO’!” (Dì al tuo direttore di non mandarti più qua!)
– AL MIO DIRETTORE? “JI SO U’ DIRETTORE!”
– “TU SI U’ DIRETTORE? CAMINE VATTINNE”
Qualche giorno dopo Fortunata dell’Orzo volle vendicarmi e con la macchina sua, non quella aziendale, si recò con l’operatore nella casbah…ma immediatamente avvistata e circondata dalle “vedette” della droga, che conoscevano tutte le auto straniere della casbah, fu costretta a ripararsi con l’operatore in quello che una volta era il Centro Sociale, diventato deposito della droga con merda per terra e scritte su di essa “QUESTA E’ LA FINE CHE FARANNO QUELLI CHE CI RUBANO LA ROBA NOSTRA” Fortunata chiamò i carabinieri , che arrivarono con Gustavo Delgado, giornalista di Telenorba nello stesso caseggiato e dalle riprese che si fecero si vedevano le stesse “vedette “ incuranti dei caramba, volteggiare le palme delle mani aperte rivolte verso di loro e dichiarare “FAMME NA POMPA” (fammi un pompino!)
La mia donna delle pulizie, quando seppe l’episodio, mi chiese una raccomandazione per il figlio a Savinuccio!