PREMESSE DA CUI PARTIRE PER UN NUOVO INTERVENTO NELLA COMUNICAZIONE
E’ l’era della comunicazione veloce, del web, dei social net-work (max 10m anche se si racconta di disastri!), di twitter 140 caratteri (120 nel caso si inserisca un link o un’immagine), di giornali che si vendono sempre meno (al massimo i titoli nelle rassegne stampa tv), di emittenti tv che col digitale terrestre hanno moltiplicato i canali che non riescono a riempire di contenuti, del teatro che è morto, del cinema che sta morendo, film che a volte non riesci a finir di vedere neanche in tv, mentre contemporaneamente fai altro, un’informazione sempre più omologata, fatta di agenzie e comunicati stampa in cui cambia il “MA”, il “PURTROPPO”, il “FINALMENTE” secondo l’orientamento editoriale
Anche in Italia dove un tempo l’80% degli elettori si recava alle urne, oggi il 50% si rifiuta, il restante 50% si divide fra il M5S e chi ha qualche problema da risolvere (casa, lavoro, figli, ecc.) col voto di scambio non importa con quale partito o politico di turno, che ha da mantenere i propri privilegi. Un tempo si manifestava per il Vietnam lontano, oggi neanche per la fabbrica vicino casa, che licenzia gli operai…MORS TUA VITA MEA! IO ME LA DEVO CAVARE AD OGNI COSTO! Si modificano addirittura i rapporti interpersonali, amicizie ventennali a volte calpestate!
Qualche giorno fa è morto Pietro Ingrao, ricordo la sua lezione sulla
partecipazione: “Il mercato è la struttura fondamentale del capitale, attraverso il quale, in un regime di falsa libera concorrenza, realizza il controllo economico della società, (in altre epoche il controllo politico o religioso). Per ribaltare dobbiamo far pesare sulla bilancia del mercato le nuove strutture di gestione democratica e decentrata del potere: le Regioni, le Province, i Comuni, i Consigli di Quartiere, di Fabbrica, di Istituto, di Condominio. Oggi Circoscrizioni e Comuni senza soldi, Province abolite, si parla di Macroregioni (Nord/Centro/Sud) e si discute dell’abolizione della Sovranità Nazionale in favore della BCE e della U.E.