STABILIMENTO BOSCH DI BARI RESTA STRATEGICO GRAZIE AL MOTORE DIESEL 3.0
Era il 1997 quando nello stabilimento di Modugno (Bari) iniziava la produzione in serie del sistema di iniezione ad alta pressione Common Rail, evento che ha cambiato radicalmente la progettazione e l’espansione dei motori diesel_
Bari rappresenta la più grande realtà del gruppo tedesco in Italia, nonché tra i maggior impianti produttivi di componenti automotive nel sud Italia. Proprio a Bari, nel 1993, è stato progettato il primo prototipo di pompa ad alta pressione common rail. Sempre a Bari il prototipo è stato sviluppato ed industrializzato fino alla produzione di serie_
Lo stabilimento impegna attualmente circa 1.900 persone e si sviluppa su una superficie di 240mila mq.
Nel 2016 il plesso industriale Bosch aveva visto anche l’inaugurazione della nuova palazzina del Centro Studi Componenti per Veicoli_che si occupa di ricerca e sviluppo di componenti per motori Diesel e impiega oltre 270 tra tecnici ed ingegneri.
L’investimento complessivo è stato di circa 24 milioni di euro_l’impianto Bosch a Modugno continuerà ad avere un ruolo attivo all’interno del gruppo tedesco e non vedrà cali di produzione. Infatti, anche se i costruttori di auto dovessero rallentare gli acquisti di impianti di alimentazione per motori diesel, Bosch è pronta ad intervenire sui programmi produttivi per mantenere la piena operatività dello stabilimento barese.
Come confermato da Rolf Bulander, Ceo della divisione Mobility Solutions di Bosch_«la produttività dello stabilimento di Bari è sostanzialmente stabile e riteniamo che rimarrà tale anche per l’anno in corso. Intendiamo, come per altri stabilimenti europei, garantire un lungo futuro cercando di lavorare sulla flessibilità e innovazione dei processi»_in alcuni mercati «stiamo invece registrando un boom nel settore dei veicoli commerciali, che utilizzano quasi sempre motori identici a quelli delle auto».
Inoltre, come ricordato dallo stesso Bulander, «Bosch ha realizzato un motore diesel che abbatte le emissioni degli ossidi di azoto NOx di dieci volte rispetto ai limiti fissati per il 2020. Questa tecnologia è già pronta, a disposizione dei costruttori di auto e non comporta né la riprogettazione del vano motore della vettura né un aumento dei costi».
Il motore “diesel 3.0” è stato progettato grazie all’attenzione di Bosch_come dimostrano i 7,3 miliardi spesi nel 2017 pari al 9% di fatturato che ha raggiunto i 78 miliardi. Vista l’attenzione di Bosch su connettività, guida autonoma, elettrificazione e diesel pulito, l’impianto barese ha tutte le caratteristiche per diventare ancora più importante all’interno del gruppo.”
Mario Cianflone – Il Sole 24ore